Corsari o pirati in guerra. Condottieri o furfanti? - Testa Prodotti

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Corsari o pirati in guerra. Condottieri o furfanti?


Corsari, filibustieri, pirati ma sono le stesse categorie? Certo che no perchè c'è una notevole differenza tra di loro. Fino al XIV secolo questi termini si usavano indifferentemente per qualsiasi pirata, ma nel XV ci fu una distinzione di ruoli.



Alcuni pirati furono legalmente autorizzati a taglieggiare i traffici marittimi di determinate bandiere...

Autorizzati da un documento chiamato "Lettera di Marca", rilasciato da un sovrano, gli uomini di mare, ebbero facoltà di attaccare e depredare le navi mercantili del Paese con il quale quel sovrano era in guerra, e non altre. Il pirata cessava di essere ritenuto un ladrone diventando un combattente onorato, un esempio tra molti: quando Elisabetta d'Inghilterra scese in guerra contro Filippo II di Spagna, concesse ad Hawkins e a Francesco Drake, per citarne i più famosi, lettere di marca che autorizzavano a distruggere e a sacheggiare le navi mercantili spagnole e non altre di altre nazioni. Fin quando la guerrà durò, furono considerati corsari e non pirati anche se i pirati in questione si concessero delle licenze, attaccando le navi spagnole anche dopo la fine del conflitto tra i due sovrani.

Lettera di marca e rappresaglia

Oltre alla "lettera di marca", esisteva anche la "lettera di rappresaglia" che autorizzava l'armatore, che aveva subito un assalto su mare, a rivalersi verso qualsiasi altra nave appartenente al Paese della nave assalitrice. Tra le diverse lettere di marca e rappresaglia, si capisce bene il guazzabuglio che si viveva a quell'epoca, ma c'è di buono che sui mari c'era molto traffico cosa che diede un impulso notevole alla navigazione su tutti i mari e oceani.
Ritornando al concetto di pirata e corsaro c'è da fare la differenza che, mentre il pirata spradoneggiava nei mari per i propri profitti personali rubando pietre preziose e facendo prigionieri, il corsaro che aveva le varie lettere, nonostante facesse le stesse azioni, era considerato un corsaro. Il bottino che catturava il corsaro era interamente di proprietà del sovrano che aveva elargito la lettera. Il trattamento riservato ai pirati e ai corsari nel mometo della cattura era notevolmente diverso: il pirata veniva impiccato al pennone della vela maestra mentre il corsaro veniva imprigionato o al massimo tenuto legato con catene ai remi di una galera.

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